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Diferencia entre revisiones de «Conjunto residencial en Afrikanischestrasse»

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El '''Conjunto residencial de Afrikanischestraße''' es el único complejo de viviendas sociales realizado por [[Mies van der Rohe]] en Berlín. Construido entre 1925 y 1927, ocupa una larga franja de terreno en el lado suroeste de la Afrikanische Straße, propiedad de la sociedad constructora Primus y está formado por cuatro edificios, con un total de 88 viviendas, tres de los cuales alargados e iguales entre si, están alineados en paralelo a la Afrikanische Straße y el cuarto situado más al sur, se compone de tres cuerpos cúbicos retranqueados uno de otro.
El '''Conjunto residencial de Afrikanischestraße''' es el único complejo de viviendas sociales realizado por [[Mies van der Rohe]] en Berlín. Construido entre 1925 y 1927, ocupa una larga franja de terreno en el lado suroeste de la Afrikanische Straße, propiedad de la sociedad constructora Primus y está formado por cuatro edificios, con un total de 88 viviendas, tres de los cuales, alargados e iguales entre si, están alineados en paralelo a la Afrikanische Straße y el cuarto situado más al sur, se compone de tres cuerpos cúbicos retranqueados uno de otro.
 
Los tres edificios en línea se componen de un bloque principal alargado y de dos más cortos que se combinan de forma perpendicular al principal. Las tres partes del edificio se articulan entre sí mediante balcones redondeados. Mientras que el cuerpo principal se compone de tres plantas y un ático, las dos alas laterales con el fin de integrarse mejor con las casas adosadas existentes en las calles perpendiculares a Afrikanische Straße, cuentan con una planta menos. Los dos cuerpos angulares dan una forma de U al conjunto envolviendo un patio con jardín privado que se extiende por detrás del cuerpo longitudinal. Otros espacios verdes, esta vez de caracter públicos, se plantean entre los frentes de los edificios y la línea de la calle. Los delgados álamos que se sitúan frente a los edificios se conciben como precisos elementos arquitectónicos, cuya función es la de proteger las viviendas del ruido de la calle. Desde el punto de vista formal, el complejo anticipa lo que será la futura arquitectura desnuda y lineal de Mies van der Rohe.
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Gli edifici, che si innalzano su uno zoccolo in klinker, si fanno notare per la loro particolare essenzialità e per gli spigoli vivi. Sono infatti costruzioni cubiche con tetto piano, pareti intonacate e sottile cornicione superiore costituito da tre semplici file di mattoni. Le facciate sono accuratamente proporzionate, levigate e assolutamente bidimensionali, nelle cui pareti sono state ritagliate finestre quadrate e rettangolari, dai sottili telai in legno verniciato di bianco. Ogni blocco ha tre ingressi e due appartamenti distribuiti su ogni piano. I lunghi prospetti, tinteggiati in color ocra, sono divisi solo dalle fasce orizzontali delle finestre degli alloggi e da quelle verticali dei vani scala. Questi edifici, dal linguaggio così scarno e geometrico, si inquadrano in quello stile che, nel dibattito artistico tedesco di allora, veniva definito Neue Sachlichkeit. Sul fronte posteriore, che si affaccia sul cortile interno, il tetto è invece leggermente aggettante; qui i balconi sporgono dalla parete trasmettendo l’idea di una costruzione massiccia. L’organizzazione degli spazi interni è simile a quella portata avanti in quegli stessi anni a Berlino anche da altri architetti sensibili alla questione sociale. Le cellule abitative hanno planimetrie razionali, con orientamento est-ovest. Sono appartamenti di piccole dimensioni, da 1 a 3 stanze, ma all’avanguardia per quegli anni, in quanto già dotati di bagno interno e angolo-cucina. In alcune unità, ampie cucine-soggiorno si aprono sul retro sul balcone che dà sul cortile-giardino, costituendone un ampliamento, in particolare nei mesi estivi. Nei corpi angolari sono presenti alloggi a due stanze con cucina-soggiorno. Come altri architetti europei del periodo, anche Mies van der Rohe considerava la razionalizzazione della distribuzione spaziale e la standardizzazione tecnico/costruttiva della cellula abitativa e dell’edificio residenziale popolare un mezzo che, insieme all’organizzazione dell’insediamento residenziale, avrebbe contribuito al raggiungimento di nuove forme di vita, e non come obiettivo puramente tecnico fine a se stesso. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)
 
I tre edifici in linea si compongono di un blocco più lungo e da due blocchi più corti che si congiungono perpendicolarmente a quello maggiore. Le tre parti della costruzione sono "incernierate" tra loro da balconcini arrotondati. Mentre il corpo principale è composto da tre piani e da un sottotetto insolitamente piuttosto alto, le due ali laterali, per meglio raccordarsi con le case bifamiliari già esistenti lungo le vie secondarie, che dalla Afrikanische Straße portano al Goethepark, sono più bassi e si sviluppano verticalmente solo su due piani. I due corpi angolari conferiscono una forma a U al blocco e creano sul retro un cortile-giardino privato che si distende dietro il corpo longitudinale. Altro verde attrezzato, ma a carattere pubblico, è stato ottenuto anche tra i fronti degli edifici e il filo stradale. I sottili pioppi che svettano davanti agli edifici sono stati concepiti come precisi elementi architettonici, la cui funzione è proteggere gli alloggi dai rumori della strada. Dal punto di vista formale, il complesso anticipa quella che sarà la futura architettura spoglia e lineare di Mies van der Rohe. Gli edifici, che si innalzano su uno zoccolo in klinker, si fanno notare per la loro particolare essenzialità e per gli spigoli vivi. Sono infatti costruzioni cubiche con tetto piano, pareti intonacate e sottile cornicione superiore costituito da tre semplici file di mattoni. Le facciate sono accuratamente proporzionate, levigate e assolutamente bidimensionali, nelle cui pareti sono state ritagliate finestre quadrate e rettangolari, dai sottili telai in legno verniciato di bianco. Ogni blocco ha tre ingressi e due appartamenti distribuiti su ogni piano. I lunghi prospetti, tinteggiati in color ocra, sono divisi solo dalle fasce orizzontali delle finestre degli alloggi e da quelle verticali dei vani scala. Questi edifici, dal linguaggio così scarno e geometrico, si inquadrano in quello stile che, nel dibattito artistico tedesco di allora, veniva definito Neue Sachlichkeit. Sul fronte posteriore, che si affaccia sul cortile interno, il tetto è invece leggermente aggettante; qui i balconi sporgono dalla parete trasmettendo l’idea di una costruzione massiccia. L’organizzazione degli spazi interni è simile a quella portata avanti in quegli stessi anni a Berlino anche da altri architetti sensibili alla questione sociale. Le cellule abitative hanno planimetrie razionali, con orientamento est-ovest. Sono appartamenti di piccole dimensioni, da 1 a 3 stanze, ma all’avanguardia per quegli anni, in quanto già dotati di bagno interno e angolo-cucina. In alcune unità, ampie cucine-soggiorno si aprono sul retro sul balcone che dà sul cortile-giardino, costituendone un ampliamento, in particolare nei mesi estivi. Nei corpi angolari sono presenti alloggi a due stanze con cucina-soggiorno. Come altri architetti europei del periodo, anche Mies van der Rohe considerava la razionalizzazione della distribuzione spaziale e la standardizzazione tecnico/costruttiva della cellula abitativa e dell’edificio residenziale popolare un mezzo che, insieme all’organizzazione dell’insediamento residenziale, avrebbe contribuito al raggiungimento di nuove forme di vita, e non come obiettivo puramente tecnico fine a se stesso. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)
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<!--Cada edifício en linha abriga 88 apartamentos, e compõe-se de uma barra
<!--Cada edifício en linha abriga 88 apartamentos, e compõe-se de uma barra

Revisión del 18:42 19 ago 2015

Mies.Afrikanischestrasse.1.jpg

El Conjunto residencial de Afrikanischestraße es el único complejo de viviendas sociales realizado por Mies van der Rohe en Berlín. Construido entre 1925 y 1927, ocupa una larga franja de terreno en el lado suroeste de la Afrikanische Straße, propiedad de la sociedad constructora Primus y está formado por cuatro edificios, con un total de 88 viviendas, tres de los cuales, alargados e iguales entre si, están alineados en paralelo a la Afrikanische Straße y el cuarto situado más al sur, se compone de tres cuerpos cúbicos retranqueados uno de otro.

Los tres edificios en línea se componen de un bloque principal alargado y de dos más cortos que se combinan de forma perpendicular al principal. Las tres partes del edificio se articulan entre sí mediante balcones redondeados. Mientras que el cuerpo principal se compone de tres plantas y un ático, las dos alas laterales con el fin de integrarse mejor con las casas adosadas existentes en las calles perpendiculares a Afrikanische Straße, cuentan con una planta menos. Los dos cuerpos angulares dan una forma de U al conjunto envolviendo un patio con jardín privado que se extiende por detrás del cuerpo longitudinal. Otros espacios verdes, esta vez de caracter públicos, se plantean entre los frentes de los edificios y la línea de la calle. Los delgados álamos que se sitúan frente a los edificios se conciben como precisos elementos arquitectónicos, cuya función es la de proteger las viviendas del ruido de la calle. Desde el punto de vista formal, el complejo anticipa lo que será la futura arquitectura desnuda y lineal de Mies van der Rohe.

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Situación


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Coordenadas:52°32′54″N 13°20′27″E / 52.548302, 13.340702. - Enlace para exportación de coordenadas: Geody. - Otros enlaces : GeoNames. Bing

Referencias

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