Diferencia entre revisiones de «Villa Sternefeld»

Revisión del 15:49 5 ene 2015

La Villa Sternefeld, construida entre 1923 y 1924 como vivienda y consulta del Doctor Sternefeld ocupa una parcela de grandes dimensiones en Berlín-Charlottenburg. En esta construcción, Erich Mendelsohn no tiene como objetivo el espectáculo, como en sus anteriores obras expresionistas berlinesas, y adopta un lenguaje racional y geométrico.

La villa, construida con muros de carga de ladrillo tiene una forma geométrica con planimétría en forma de L y cubierta plana, y se presenta como una gran escultura de geometría abstracta, cuya asimetría se acentúa por bandas oscuras de ladrillo alternadas con enlucido de color beige.

Al igual que en el neoplasticismo holandés Mendelsohn demuestra como, utilizando elementos sencillos como la línea, la superficie plana y el rectángulo, es posible obtener composiciones muy complejas. De hecho ha descompuesto el volumen cúbico del edificio en volúmenes menores y planos bidimensionales que parecen deslizarse hacia atrás y adelante del núcleo central relacionándose con el ambiente circundante.

La entrada principal se evidencia mediante la proyección de los elementos que sobresalen de la construcción de la caja edilicia ue crean un pequeño patio interior. La valla está diseñado como parte integrante de la construcción. De hecho, el muro se une al umbral de la calle con la entrada de la casa y se convierte en la pared de la villa, apoyándose en él incluso una ventana de esquina.

Planos

Planta baja
Planta primera
Planta segunda

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Plantilla:Situación2

Referencias

Pierluigi Arsuffi: http://www.capitalieuropee.altervista.org/1/113.html

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 La villa, construida con muros de carga de ladrillo tiene una forma geométrica con planimétría en forma de L y cubierta plana, y se presenta como una gran escultura de geometría abstracta, cuya asimetría se acentúa por bandas oscuras de ladrillo alternadas con enlucido de color beige.
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-Come nel Neoplasticismo olandese, l'architetto dimostra come, utilizzando elementi semplici quali la linea, la superficie piana, il rettangolo, sia possibile ottenere composizioni molto articolate.
-Egli ha infatti decomposto il volume cubico dell’edificio, in volumi minori e piani bidimensionali che sembrano slittare in avanti e indietro dal nucleo centrale verso l'ambiente circostante. Come in altre costruzioni razionaliste francesi e tedesche, non è presente un prospetto principale. Dal basso verso l’alto la costruzione è stratificata in volumi orizzontali sovrapposti, ma sfalsati tra loro, caratterizzati da rapporti pieni/vuoti, pesante/leggero, superfici continue/profonde incisioni. I muri (sia della parte abitativa sia della recinzione) presentano tutti lo stesso linguaggio: parti intonacate si alternano a fasce in mattoni, a loro volta tagliate da asole che permettono allo sguardo di oltrepassare le superfici. L’ingresso principale, rivolto verso Heerstraße, è evidenziato da elementi aggettanti che fuoriescono dalla scatola edilizia e che creano una piccola corte interna. La recinzione è concepita come parte integrante della costruzione; infatti il muro unisce la soglia sulla strada con l’ingresso della casa e si trasforma in parete della villa e su di esso è addirittura appoggiata una finestra d’angolo. La disposizione delle finestre non ricerca alcuna armonia; ad ogni livello occupano posizioni differenziate, a volte sono a filo interno, a volte esterno del muro, oppure inquadrate da modanature in mattoni. Questo gioco di intagli, accentuati dalle cornici in mattoni, imprime un forte dinamismo al prospetto longitudinale. Questi rigorosi rapporti di volumetrie essenziali, legano la sua ricerca architettonica a quella che, proprio negli stessi anni, anche Le Corbusier stava sperimentando nelle sue ville private per la moderna borghesia francese. L’interno, col piano terra rialzato dal livello stradale, è strutturato su tre livelli. La disposizione dei vani non risente però della disarticolazione volumetrica che caratterizza gli esterni. Alle trasparenze e agli spazi fluidi delle recenti ville di Mies van der Rohe, Mendelsohn preferisce semplici ambienti rettangolari distribuiti secondo le esigenze funzionali della committenza, con gli spazi abitativi orientati principalmente verso ovest. I tre piani sono collegati tra loro da rampe interne inserite in vani scala quadrilateri. Sul secondo livello è stata ricavata un’ampia terrazza, mentre la copertura è stata concepita come tetto-solarium "mediterraneo". Nella parte posteriore sono nascoste le funzioni di servizio, come per esempio lo stenditoio. Nel 1932/33, lo stesso Mendelsohn verrà incaricato di trasformare la copertura-solarium in alloggio. Durante gli anni del Nazionalsocialismo gli Sternefeld furono costretti a fuggire all’estero. Rientrati nel 1951 si ristabilirono nella villa. Rimasta vuota per alcuni anni, nel 1977/78 è stata sottoposta a lavori di restauro e trasformazione, e l’interno suddiviso in quattro appartamenti indipendenti, mantenendo però l’aspetto esterno originario.
+Al igual que en el neoplasticismo holandés Mendelsohn demuestra como, utilizando elementos sencillos como la línea, la superficie plana y el rectángulo, es posible obtener composiciones muy complejas. De hecho ha descompuesto el volumen cúbico del edificio en volúmenes menores y planos bidimensionales que parecen deslizarse hacia atrás y adelante del núcleo central relacionándose con el ambiente circundante.
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+La entrada principal se evidencia mediante la proyección de los elementos que sobresalen de la construcción de la caja edilicia ue crean un pequeño patio interior. La valla está diseñado como parte integrante de la construcción. De hecho, el muro se une al umbral de la calle con la entrada de la casa y se convierte en la pared de la villa, apoyándose en él incluso una ventana de esquina.
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