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Diferencia entre revisiones de «Monumento a los caídos en campos nazis»

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Il Monumento in ricordo dei Caduti nei
campi di concentramento segna, dopo la
pausa forzata dovuta al confl itto mondiale,
la ripresa dell’attività professionale
dello studio BBPR orfano di Gianluigi
Banfi . Quest’opera costituisce anche un
episodio fondativo per il rinnovamento
dell’ambiente architettonico milanese del
dopoguerra, al pari del Monumento alle
Fosse Ardeatine nell’ambiente romano.
Il monumento, infatti, oltre ad essere la
dolente testimonianza della perdita di tanti
amici come Pagano, Beltrami, Giolli, Labò e
Banfi stesso, è anche e soprattutto la ripresa
di un discorso tragicamente interrotto e
la dichiarazione di un rinnovato impegno
morale nell’architettura.
La struttura, formata da tubolari
metallici saldati e dipinti di bianco,
disegna una griglia tridimensionale di 212
centimetri di lato che nasce dall’intersezione
tra le fi gure di un cubo e di una croce greca.
La gabbia poggia a sbalzo su un basamento
a croce che rafforza la leggerezza della parte
superiore grazie alla forza della pietra di
Moltrasio e del marmo bianco di Candoglia.
Al centro, circondata da fi lo spinato, è posta
un’urna contenente la terra di Mauthausen.
La regolarità della fi gura, che Giuseppe
Samonà ha voluto ricondurre a Piero della
Francesca, è contraddetta dalla posizione
asimmetrica delle lapidi riportanti brani
del Discorso della Montagna, tratto dal
Vangelo secondo Matteo. Il tema del telaio
tridimensionale è un dichiarato omaggio
alle più nobili espressioni del Razionalismo:
la gabbia fi liforme allude, come scrive
Manfredo Tafuri, ai «miti illuministi degli
anni Trenta» ma anche, in ambito artistico,
agli «oggetti prigionieri» di Alberto
Giacometti e Fausto Melotti. Attraverso
il traliccio di tubi il monumento ai caduti
diventa così la commemorazione di un
ideale ancora operante, teso a stabilire la
continuità – termine assai caro a Rogers
– con una certa tradizione del Moderno,
identifi cabile soprattutto nella fi gura di
Edoardo Persico.
Quella attualmente visibile è in realtà
la terza versione del monumento, che,
di fatto, è la ricostruzione del progetto
iniziale del 1946 commissionato ai BBPR
dall’Associazione dei Reduci. L’opera
originaria, il cui disegno è attribuito
in modo specifi co a Peressutti, venne
realizzata in pochissimo tempo e si
deteriorò rapidamente per essere sostituita,
nel 1950, da una costruzione del tutto simile
nel disegno ma con l’intelaiatura in bronzo
e il basamento interamente in marmo. Già
nel 1955, tuttavia, sono gli stessi BBPR a
promuovere un ulteriore rifacimento che
riporti il monumento alla prima stesura,
dopo avere convinto l’Associazione dei
Reduci che la seconda versione è inadeguata
alla gravità del tema a causa dell’eccessiva
ricercatezza e opulenza dei materiali.
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Revisión del 01:22 7 may 2016

BBPR.MonumentoCaidos.Milan.jpg


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